“Sara?”
“Mamma.. mi hanno investita”
“Ti hanno..?”
“Mi hanno investita, mi portano all’ospedale di Niguarda. Ci vediamo lì."
La chiamata durò pochi secondi, il tempo sufficiente a farmi venire un infarto.
Col fiato corto e il cuore in gola mi precipitai al Niguarda, tutt’altro che vicino a dove abitiamo. Mia figlia era uscita alle sette per una cena con le amiche, in uno di quei locali modaioli di Milano che non frequento più da qualche anno ormai, da parecchi anni a dir la verità.
È sempre stata una ragazza prudente con una percezione del pericolo elevata rispetto alla media, fin da piccola quando, durante l’oscillazione dell’altalena, assumeva un'espressione terrorizzata e altrettanto buffa stringendosi forte alle catene fredde dell’aggeggio che sembrava dominarla.
Non potevo credere che proprio lei fosse rimasta coinvolta in una situazione pericolosa o che qualcuno le avesse fatto del male. Chissà perché l’istinto umano, o perlomeno quello materno, in prima battuta attribuisce a terzi la responsabilità di quanto accade ai figli.. uno dei misteri della genitorialità.
Ad ogni modo non potevo perdere tempo, così presi il taxi e arrivai direttamente all’ingresso del pronto soccorso. L’odore era sempre lo stesso, quello delle scuole quando si spengono le luci, delle palestre appena pulite e delle mense abbandonate, una sensazione olfattiva che mi riportava alla mia infanzia, ma questa è certamente un’altra storia.
Scorsi mia figlia tra le barelle e la flebo di altri, il suo viso era pallido e spaventato ma appena mi vide spalancò gli occhi come non aspettasse altro.
“Sara cosa ti è successo?” Sussurrai.
“Mi hanno investita mamma, su viale Ienner all’incrocio con via Teglio. Un uomo non so altro.. non si è fermato ed è scappato via”.
Il referto del pronto soccorso arrivó poco tempo dopo: “trauma distorsivo della colonna cervicale. Prognosi di guarigione 20 giorni s.c."
Ero sconvolta e nemmeno saprei dire quanto avrei pagato per essere al suo posto..
Nello sconforto dei momenti successivi su una cosa rimasi straordinariamente lucida: occorreva trovare chi aveva fatto del male a mia figlia e contattare il migliore avvocato in città.
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